02 Febbraio 2015

Nomadi del lavoro: il nuovo modo di pensare l’ufficio.

DI Giuliano Azzinari

“Stiamo lucidando le maniglie sul Titanic mentre sta andando a fondo!”
Tyler Durden, Fight Club (1999)

Il posto di lavoro come lo abbiamo sempre immaginato non esiste più ed è soprattutto, soggetto a ben altri cambiamenti.
Il posto fisso è crollato insieme al suo caposaldo più inamovibile: il microcosmo della scrivania personale composta da portapenne, foto, porta documenti, ammennicoli, cartelline, cassettiera e risme di carta, lascia nuove opportunità a creative forme di organizzazione per gli spazi del lavoro.
Siamo i nuovi nomadi: i nomadi del lavoro e abitiamo il workplace.
Siamo una specie fornita di equipaggiamento standard di sopravvivenza che ci permette di lavorare in modo autonomo e indipendente: zaino, laptop, caricabatteria, tablet, smartphone, penna e Moleskine. Nei luoghi di lavoro dove lavoriamo non lasciamo tracce di noi: occupiamo una postazione libera, apriamo il nostro laptop, inseriamo la password Wi-Fi dell’azienda e lavoriamo – alla fine della giornata ci disconnettiamo, chiudiamo e non esistiamo più; restiamo nella memoria dell’azienda soltanto tramite password e accessi a server on-line.

In questi ultimi vent’anni in cui ho affiancato un grande numero di aziende, ho vissuto in prima persona, e spesso anticipato, le profonde trasformazioni della pianificazione e delle modalità di abitare gli uffici. Quali sono le principali evoluzioni in atto che guidano e guideranno i criteri di progettazione degli uffici del futuro? Ritengo che si possano sintetizzare in quattro tendenze: l’evoluzione organizzativa: ripensare gli spazi per cogliere la trasformazione in atto verso strutture aziendali più snelle. Il lavoro di gruppo diviene sempre più centrale, con le relative esigenze di condivisione in termini di postazioni (singole, isole, open space) e, soprattutto, di spazi riunione; l’evoluzione tecnologica: il luogo di lavoro va interpretato in modo diffuso dato che computer portatili, tablet e wi-fi hanno letteralmente liberato le persone dalle proprie scrivanie. L’utilizzo degli spazi diventa flessibile, con lounge e salottini che si trasformano in spazi di lavoro o interazione al pari della postazione o delle sale riunioni tradizionali. Inoltre la costante ottimizzazione dei costi ha ridotto notevolmente le trasferte sostituendo la "presenza" con strumenti tecnologici di teleconferenza e trasformando radicalmente l’utilizzo degli spazi riunione convenzionali; l’evoluzione culturale: progettare per la sostenibilità e il benessere psicofisico è la nuova frontiera di sviluppo del workplace sia in chiave di responsabilità aziendale sia per migliorare produttività e relazioni. Occorre quindi non solo identificare soluzioni impiantistiche sempre più integrate e innovative con costi e impatto ambientale sempre minori ma mettere realmente l’uomo al centro pensando in termini di qualità della vita globale e non solo di luce o clima; l’evoluzione della comunicazione: trasformare i propri dipendenti e collaboratori nei primi promotori dell’azienda rafforzando il senso di appartenenza e avvicinando l’azienda alle persone anche attraverso la comunicazione della sua storia e dei suoi valori. Ecco perché il brand design entra a pieno titolo nella progettazione per trasformare gli uffici da luoghi di lavoro a espressione dell’identità dell’azienda. Il Salone del Mobile del 2015, come ogni altro evento legato alla promozione del futuro e progresso, non deve perdere occasione di riaffermare il ruolo centrale della figura umana all’interno del luogo di lavoro; siamo in un momento di grande energia e opportunità dove l’innovazione e le idee possono rapidamente cambiare il domani.